La storia di Aleandro

Prima
Aleandro era un bambino normale per gli altri, speciale per me, come tutti i propri figli.
A casa c’era una bella armonia, si respirava amore, la famiglia si stava allargando, prima con Alisia e adesso con Aleandro.Canti, balli, ma anche vita frenetica divisi tra lavoro, scuola, nonni…
Insomma una famiglia normale o forse anche di più, perché alla base c’eravamo io e lui. Io e mio marito… Luca e Serena.

L’uragano
14 mesi passarono in fretta, Aleandro era sempre più bello, biondo boccoloso con 2 occhi enormi che sorridevano sempre alla mamma e alla vita.
Il 10/11/12 era una mattina particolare, era un sabato ed ero sola con i bambini. Luca era a Napoli per il funerale della nonna, noi non siamo andati poiché la notte prima Aleandro aveva avuto una nottataccia, non riusciva a dormire e piangeva.
Non mi ero preoccupata più di tanto, pensavo a un banale mal di pancia… e invece.
Invece la tempesta si stava abbattendo su questa casa, ricordo tanti flashback di quella mattina. La corsa in ospedale con Aleandro che non rispondeva al mio richiamo. Ricordo che me lo strapparono dalle mani e lo vidi attraverso il vetro che lo rianimavano e intubavano, ricordo le mille domande e le mie lacrime che scendevano ininterrottamente. Sola dietro una porta del pronto soccorso con Luca che mi chiamava in continuazione mentre correva in autostrada per raggiungerci.
Ricordo una donna che venne fuori e mi disse di sedermi ma io rimasi in piedi, ricordo quelle parole che ancora adesso mi rimbombano nelle notti più buie. Aleandro lo stiamo trasferendo in elicottero in un altro ospedale, Aleandro ha un’ emorragia celebrale in corso probabilmente causata da NEOPLASIA.
Caddi in ginocchio, forse piangevo forse no,non mi ricordo. Mi ricordo solo che pensai che quel bambino meraviglioso che era stato fino al giorno prima non l’avrei più rivisto.

Dopo
E invece non fu così. Aleandro rinacque, ma non subito. Dopo il lungo intervento e la terapia intensiva e ulteriori 5 giorni di degenza in stanza con me in cui era perso nel vuoto senza minime reazioni Aleandro tornò da me.
Una mattina si svegliò e dopo stimoli e stimoli con le storie di casa, nominando ogni cosa che a lui poteva interessare al suono della parola Charlie, (il cagnolino della nonna), mi guardò e disse “bau bau” come lui lo chiamava. Da quel “bau bau” fu rinascita. Giorno dopo giorno quel bambino tornò più forte di prima, più solare, più unico che mai. Insomma nacque il torello di adesso.
Quello era solo l’inizio della nostra battaglia contro un pnet 4° grado, tumore celebrale infantile, contro le lunghe cure, chemioterapia, radioterapia, recidiva, crisi epilettiche, altri 2 interventi, emiparesi destra permanente e tutto ciò che comporta questa atroce malattia. Mesi e mesi di degenza in ospedale, isolamenti vari, cvc, picc, fisioterapia, tutori e bendaggi, controlli, anestesie, risonanze, e chi più ne ha più ne metta.
Ormai dopo quasi 6 anni abbiamo perso il conto di tutto ciò fingendo di aver superato tutto e aver dimenticato. In realtà una malattia come questa non te la scordi mai, ci convivi giorno dopo giorno imparando a gestirla convincendoti che sei più forte di lei, che sarai tu ad avere la meglio e che sarà il mio bambino a vincere.

Nel 2012 un uragano ha sconvolto la nostra vita.
Guardando indietro non so nemmeno come abbiamo fatto a sopravvivere a tutto questo, non siamo genitori diversi dagli altri giuro, eppure si può uscire da quel tunnel e si può fare a testa alta.
Certo anche noi ogni tanto viviamo particolari momenti, la paura qualche notte ci fa visita, l’ansia ci si siede vicina ma non vince su di noi.

In tutti questi anni tantissime persone ci sono state vicine nel più svariato modo, ognuno a modo suo ha contribuito a non farci abbattere, a credere:

dalla famiglia ai medici; gli infermieri; i tanti genitori nelle nostre stesse condizioni, chi anche in situazioni peggiori; gli amici veri; quelli lontani e quelli virtuali; i conoscenti; chiunque a suo modo ha contrubuito a darci forza per affrontare tutto questo, ovviamente in primis Aleandro.

In tanti ci hanno detto: “se posso fare qualcosa… qualsiasi cosa io sono qui”.

In tanti ancora ce lo dicono.
Oggi tutti quanti potete farlo, per noi, per Aleandro e per tutti i bambini che vivono lo stesso dramma.

Per tutte le mamme che come Serenella lottano ogni santo giorno.

Oggi potete farlo aiutandoci con la ricerca.
Ovviamente per Aleandro non abbiamo mica scelto la prima dottoressa che ci è capitata. Per Aleandro abbiamo scelto la più “cazzuta”, abbiamo scelto colei che al primo incontro alla mia domanda: “ma io vedrò crescere mio figlio?”.

Mi rispose con grande fermezza: “certamente… siamo qui per questo”.
Quella dottoressa dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’ di Roma si chiama Angela Mastronuzzi.
Lei non si è mai arresa di fronte a questo male, lei non ha ancora trovato la cura definitiva per tanti di questi mali ma è in constante ricerca e per questo ha bisogno di noi e di voi tutti.

Heal nasce grazie a due genitori che non hanno potuto gioire per la vittoria della loro bambina, ma nonostante tutto questi due genitori credono nella ricerca, credono in Angela Mastronuzzi, credono che qualcosa possa cambiare e ci stanno mettendo tutto il loro impegno.

Noi non possiamo solo guardare, possiamo fare di più.
Dunque con gentilezza e coraggio potete tutti quanti contribuire alla ricerca sentendovi utili e chissà salvare la vita di qualche bambino, magari proprio quella del “nostro”, “vostro” amato Aleandro.