Sul Venerdì di Repubblica si parla di noi e del progetto “Probe”
La ricerca scientifica che Fondazione Heal sostiene non ha confini, ma guarda oltre, puntando a una totalità della cura in campo neuro-oncologico pediatrico e delle patologie complesse. Cosa significa? Che è un torneo.
Superata l’ardua sfida molecolare, quella che si gioca in laboratorio, per cercare di studiare al meglio il nemico e individuare il suo punto debole, si passa alla sfida successiva, quella tecnica. I neurochirurghi devono fare del loro meglio per risolvere il problema, cercando di creare il minor numero di effetti collaterali possibili sul giovane paziente. Perché è di questo che si tratta. Sperare di neutralizzare l’avversario, senza provocare emiparesi, cecità, danni al sistema nervoso.
Superata l’ardua sfida molecolare, quella che si gioca in laboratorio, per cercare di studiare al meglio il nemico e individuare il suo punto debole, si passa alla sfida successiva, quella tecnica. I neurochirurghi devono fare del loro meglio per risolvere il problema, cercando di creare il minor numero di effetti collaterali possibili sul giovane paziente. Perché è di questo che si tratta. Sperare di neutralizzare l’avversario, senza provocare emiparesi, cecità, danni al sistema nervoso.
E troppe volte si scende a patti con compromessi ingiusti.
Questo ci porta alla nascita di “Probe” (Probe Enabling Targeted And Personalised Growth Paths And Improve Performances – From Space To Neurosurgery), un progetto che punta a formare le nuove leve della neurochirurgia.
Ma anche qui, cosa significa? Significa fornire loro gli strumenti necessari, teorici e tecnologici, per far fronte a ogni operazione con una consapevolezza tutta nuova.
E se da una parte c’è l’avanzamento tecnologico, con strumenti avveniristici come il simulatore neurochirurgico e la realtà aumentata, dall’altra c’è la forza della collaborazione e della condivisione. La creazione di un hub dove i neurochirurghi possono attingere, cercando e scambiando informazioni sui diversi casi, è un supporto fondamentale alla ricerca.
Siamo onorati di compiere questo difficile e importante viaggio con un’eccellenza della neurologia, come l’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano, che metterà a disposizione gli spazi e i macchinari. Mentre, la PMI Deep Blue, impegnata da anni nello sviluppo della ricerca in tutta Europa, predisporrà corsi di formazione rivolti ai nuovi neurochirurghi.
Questo ci porta alla nascita di “Probe” (Probe Enabling Targeted And Personalised Growth Paths And Improve Performances – From Space To Neurosurgery), un progetto che punta a formare le nuove leve della neurochirurgia.
Ma anche qui, cosa significa? Significa fornire loro gli strumenti necessari, teorici e tecnologici, per far fronte a ogni operazione con una consapevolezza tutta nuova.
E se da una parte c’è l’avanzamento tecnologico, con strumenti avveniristici come il simulatore neurochirurgico e la realtà aumentata, dall’altra c’è la forza della collaborazione e della condivisione. La creazione di un hub dove i neurochirurghi possono attingere, cercando e scambiando informazioni sui diversi casi, è un supporto fondamentale alla ricerca.
Siamo onorati di compiere questo difficile e importante viaggio con un’eccellenza della neurologia, come l’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano, che metterà a disposizione gli spazi e i macchinari. Mentre, la PMI Deep Blue, impegnata da anni nello sviluppo della ricerca in tutta Europa, predisporrà corsi di formazione rivolti ai nuovi neurochirurghi.
Si tratta di un progetto al quale teniamo moltissimo e che è protagonista di una pubblicazione sul Venerdì di Repubblica, numero 1861 del 17 novembre 2023. Un sincero ringraziamento al giornalista Daniele Autieri per aver scelto di raccontare questa bella storia che guarda al futuro della ricerca.
Qui l’articolo completo.